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Carezzevoli, oscillanti, avvolgenti, sfuggenti o vibranti... Una pagina musicale di Debussy e una tela di Monet evocano a volte esperienze simili, che il fruitore è in grado di descrivere attraverso metafore di movimenti corporei, gesti e posture. Questo libro propone un approccio omologico, con un cambiamento di prospettiva nell'analisi interartistica: il punto di partenza non è il contatto fra i contesti produttivi o fra le strutture interne delle opere, ma l'accostamento ricettivo, cioè una comune esperienza corporea di ascoltatori e osservatori. Si offre qui un contributo a una semiotica psicofisiologica delle arti, con ampi riferimenti alle teorie della Globalità dei Linguaggi, disciplina intenta a studiare le memorie ancestrali del corpo per scoprire il senso profondo dei comportamenti umani. Il volume è corredato da una prefazione di Nicola Cisternino e una postfazione di Stefania Guerra Lisi.